(Adnkronos) – "Il vaccino per l'influenza è efficace e sicuro". Dalla febbricola ai dolorini, i disturbi che a volte possono insorgere dopo l'iniezione "sono nella stragrande maggioranza dei casi lievi. Anche quelli eventualmente più fastidiosi in genere si autorisolvono. Sono invece rarissimi quelli gravi, a gestione ospedaliera". Ci tiene a spiegarlo il virologo Fabrizio Pregliasco, mentre la campagna di vaccinazione sta entrando nel vivo e ha fatto registrare un avvio positivo: "Sembra esserci un ritorno al vaccino antinfluenzale, l'adesione cresce e questo è un buon segno", conferma il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano, che stila per l'Adnkronos Salute una guida ai possibili eventi avversi dell'iniezione-scudo contro l'influenza stagionale. Dal virologo ecco dunque la 'mappa' delle possibili manifestazioni post vaccinazione, organizzata per categoria con l'indicazione del tipo di reazione, della frequenza stimata e della gestione raccomandata. 
Reazioni locali: dolore nel punto di iniezione (comune, 30-80%), con arrossamento, gonfiore, calore, indurimento. Consigliati impacchi freddi, analgesici se necessario; linfoadenopatia regionale (occasionale), con l'ingrossamento di linfonodi in sede ascellare o inguinale, a seconda del sito di inoculo. Si consiglia osservazione, si risolve spontaneamente. 
Reazioni sistemiche lievi: febbricola sotto ai 38,5°C con malessere generale (comune, 10-40%). Trattare con antipiretici, se necessario; mal di testa, dolori muscolari-articolari, senso di stanchezza (comune, 20-50%). Consigliati riposo, idratazione, analgesici; nausea, inappetenza, lieve disturbo gastrointestinale (non comune), gestione raccomandata sintomatica. 
Reazioni allergiche: reazioni cutanee generalizzate come orticaria, rash, prurito (rara, sotto lo 0,1%). Si consigliano antistaminico e osservazione; anafilassi con dispnea, edema laringeo, ipotensione, perdita di coscienza (molto rara, circa 1/1.000.000), da gestire con adrenalina e ricorso all'emergenza medica.  
Reazioni neurologiche: cefalea intensa, parestesie transitorie, in forma lieve e autolimitante (rara). Si consiglia osservazione; Guillain-Barré, neurite ottica, disturbi neurologici post-immunizzazione (molto rara). Si consiglia valutazione specialistica. 
Reazioni cardiache: miocardite/pericardite, con dolore toracico e dispnea, più frequente nei giovani maschi (molto rara, 1-10/100.000). Consigliati riposo e monitoraggio cardiologico. 
Reazioni ematologiche: trombocitopenia, trombosi atipiche, manifestazione rarissima e associata ad alcuni vaccini a vettore virale (molto rara, sotto a 1/100.000). La gestione prevede ospedalizzazione con terapia anticoagulante specifica. 
Reazioni pediatriche: pianto persistente, febbre elevata, convulsioni febbrili nei primi giorni post-vaccino (non comune). Si consigliano osservazione e antipiretici. 
Altro: reazioni psicosomatiche (lipotimia, ansia, sincope vasovagale), da ansia o paura dell'iniezione, manifestazioni non rare soprattutto nei giovani.  "Le vaccinazioni, come tutti gli atti medici – chiarisce Pregliasco – possono avere degli eventi avversi, spesso purtroppo enfatizzati. In più, il Covid ha peggiorato ulteriormente le cose dal punto di vista della percezione dei rischi". Ma perché nella popolazione generale il vaccino è uno strumento più 'divisivo' dei farmaci? "Se una persona ha un disturbo specifico, il mal di testa o altro – analizza il medico – prende qualsiasi cosa senza quasi leggere nemmeno il bugiardino. Il vaccino invece si fa da sani, magari contro malattie che a torto non vengono percepite come gravi. Si tratta quindi di un approccio diverso, dove la comunicazione del rapporto rischio-beneficio non è facile da gestire. E' comprensibile che ci siano delle perplessità, quel 10% di soggetti cosiddetti 'esitanti'. A differenza dei no vax ideologici, che sono una piccola parte, gli esitanti sono una quota avvicinabile. Ma va fatto capire il rapporto positivo tra benefici e rischi. Inoltre, come spesso si dice, i vaccini sono vittima del loro successo: durante il Covid hanno salvato milioni di vite – rimarca il virologo – ma ora che la malattia è diventata in linea di massima un'infezione più semplice da gestire, a posteriori si pensa che forse della vaccinazione potevamo fare anche a meno".  "Per l'antinfluenzale il profilo reale di sicurezza di tutti vaccini disponibili", che l'esperto ha sintetizzato in una guida riassuntiva, "evidenzia dati assolutamente rassicuranti", puntualizza Pregliasco. Quest'anno si stanno somministrando più vaccini? "Di anti-Covid pochissimo, quasi niente", risponde il medico senza nascondere "tristezza" per "un vaccino che è stato massacrato". Invece la vaccinazione per l'influenza "va un po' meglio, sembra esserci un ritorno", rileva Pregliasco. "Eravamo arrivati al 64% di adesione tra gli over 65 nel 2020-2021 – ricorda – quando in piena pandemia di Covid non c'erano ancora armi farmacologiche e molta gente si vaccinava contro l'influenza per proteggersi. Ma poi l'adesione si era abbassata, nell'ultima stagione quasi di 10 punti percentuali (53,5%). Solo adesso sta un po' recuperando e questo è positivo". La speranza dello specialista è che "finiscano gli effetti di rumor e comunicazioni sbagliate, e si ritorni in modo più razionale e con buon senso a seguire una prescrizione che ha tantissimi vantaggi in termini di prevenzione delle complicanze, potenzialmente mortali per le persone fragili".  
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