Con questo caldo è grande il desiderio di rinfrescarsi con un bel tuffo in piscina o ,per i più fortunati, in mare. 

È importante però fare attenzione perché anche questo gesto spontaneo può nascondere alcuni pericoli, tra cui il più preoccupante è la sindrome da idrocuzione. Senza fare allarmismo, cerchiamo di capire cosa sia questa sindrome che colpisce una piccola percentuale di bagnanti ma può avere esiti anche gravi. 

Dott. Bizziocchi di che cosa si tratta?

“La sindrome da Idrocuzione è una sincope dovuta ad un’immersione rapida in acqua, specialmente fredda. 

È pericolosa perché la vasocostrizione causata dallo sbalzo di temperatura tra il corpo accaldato e l’acqua fredda può portare a morte per arresto cardiorespiratorio oppure ad un arresto della circolazione cerebrale con conseguente svenimento e pericolo di morte per annegamento. 

Quale può essere la causa?

Per evitare di incorrere in questa situazione pericolosa è innanzitutto importante capirne la causa, che è strettamente collegata allo sbalzo tra la temperatura corporea elevata e il contatto con l’acqua eccessivamente fredda.
È bene ricordare infatti che la temperatura normale dell’organismo si aggira intorno ai 36.5/ 37 gradi centigradi e può salire ancora in caso di attività fisica o di esposizione prolungata al sole. Mentre la temperatura dell’acqua del mare o peggio del lago o del fiume è intorno ai 18\20 gradi centigradi. 

Come riconoscerla?

Conoscere i sintomi è fondamentale per poter salvare alcune vite, anche perchè, purtroppo, la sindrome da idrocuzione è subdola. A volte è rapida e completamente asintomatica, ma spesso si può riconoscere in alcune avvisaglie come 

  • nausea
  • ronzio alle orecchie 
  • malessere e senso di affaticamento 
  • senso di freddo improvviso
  • difficoltà visive

Come prevenirla?

Per evitare il rischio di idrocuzione è importante non immergersi di colpo nell’acqua molto fredda soprattutto dopo essersi scaldati al sole. 

È fondamentale bagnarsi gradualmente, immergere poco alla volta piccole parti del corpo, prima le gambe e le braccia, e poi solo successivamente tutto il corpo.

Il rischio di sindrome di idrocuzione è particolarmente elevato in estate, non solo per i bambini che spesso giocano a lungo sotto il sole ma anche per gli adulti, che amano tuffarsi in acque profonde e fredde, come ad esempio da una barca al largo o da uno scoglio.

Ringraziamo il dott. Carlo Bizziocchi