Una crisi ormai strutturale, che i produttori contrastano giorno per giorno. La produzione di pere, che nella provincia di Modena è seconda in Emilia Romagna per superficie e produzione dopo Ferrara e prima di Bologna, sta attraversando un periodo particolarmente difficile tanto che su questa crisi nei giorni scorsi è intervenuto anche Cristiano Fini, presidente di Cia, agricoltori italiani dell’Emilia Romagna, che ha spiegato come “i prezzi delle pere liquidati ad oggi e gli acconti versati ai produttori sono troppo bassi, addirittura inferiori ai costi di produzione. Di questo passo si rischia di compromettere un settore strategico per il comparto ortofrutticolo regionale”. “Le avversità dovute ai mutamenti climatici e agli agenti patogeni, cimice asiatica in primis, oltre a rispettare le limitazioni sui prodotti per la difesa fitosanitaria: sono alcune delle difficoltà che devono affrontare le aziende agricole – ha aggiunto Fini – e ora assistiamo a prezzi liquidati assolutamente non remunerativi: così non va!”

“Il comparto – spiega Massimiliano Modena della Società Agricola Modena di San Felice – è in crisi da parecchi anni”. Da quindici anni attraverso Opera, il consorzio che riunisce 18 fra le più importanti aziende della filiera italiana della pera e più di 1.000 frutticoltori, si è cercato di gestire i volumi di vendita attraverso un unico operatore, ma – aggiunge Modena – “non è sufficiente perché ancora in tanti non ne fanno parte”.

Intanto molti frutteti sono stati estirpati nelle nostre zone. Come reagire allora a questa crisi? “La pera – spiega Modena – è un frutto più complesso rispetto alla mela, è più di nicchia. Poi l’invasione di pere dal Cile e dall’Argentina hanno portato al crollo dei prezzi”.

In Emilia-Romagna si produce il 70% delle pere italiane e tra queste la qualità Abate è molto apprezzata. Secondo Modena, “i consumi non sono cambiati tanti, anzi negli ultimi anni sono anche cresciuti. C’è invece difficoltà ad arrivare sul mercato con prezzi remunerativi per il produttore. Il margine per chi produce è sempre basso”.

La pera emiliana è tra le più controllate di quelle prodotte in Italia. “I produttori dell’Emilia-Romagna – aggiunge Modena – aderiscono alla lotta integrata, quindi la pera emiliana è salubre per il consumatore. Il nostro disciplinare è molto rigido, anche di più di quelli nazionali del nord Europa. Infatti in quei Paesi la nostra pera non ha bisogno di ulteriori controlli, ma produrre così ha dei costi e ci andrebbero riconosciuti. Per anni abbiamo lavorato in perdita. L’anno scorso c’è stata una leggera ripresa, ma la raccolta 2018 sarà inferiore del 15/20% rispetto all’anno precedente”.

“Viviamo – conclude Massimiliano Modena – la crisi che il Parmigiano visse otto anni fa. C’è una frammentazione del mercato. Faremo massa critica, meno centrali di vendita per imporre un prezzo minimo garantito. Sarà lunga e non sappiamo se andrà bene”.

LEGGI ANCHE – SULPANARO.NET